Santa Caterina da Siena Patrona d'Europa
La proclamazione di S. Caterina da Siena – insieme a S. Brigida di Svezia e a S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) – a Patrona de'Europa, per volontà di Papa Giovanni Paolo II è avvenuta il 1° ottobre 1999. Affiancate ai tre Santi Patroni del nostro continente (S. Benedetto, fondatore del monachesimo occidentale, e i SS. Cirillo e Metodio, "profeti dei tempi nuovi", operatori di grandi disegni di unificazione religiosa e culturale delle genti europee), le tre Sante sono state additate dal Pontefice come testimoni di un grande messaggio di speranza, di riconciliazione, di unità ecumenica tra le Chiese e i cristiani. E quali strumenti di comunione delle anime del nord, del centro e del sud del continente stesso, come i tre Santi lo sono di quelle dell'occidente e dell'oriente europei: quasi a delineare una gran croce della fraternità e della pace distesa sulle terre d'Europa. La santità di Caterina – e di Brigida e di Edith Stein – ci rivela, peraltro, in modo eminente, la dignità e la ricchezza della femminilità e la speciale missione della donna "sotto il profilo umano e religioso", "il genio" e "il carisma" propri del "femminile" nella storia. Ci aiuta a coltivare la speranza, a guardare al di sopra delle mete e delle evidenze materiali, ad "uscire da noi stessi", a partecipare - "profittando del tempo presente che ci è dato"- alle problematiche e alle vicende umane, sociali, civili, politiche, ecclesiali, consapevoli dei doveri della nostra condizione e mai appagati delle nostre risposte ad essi. Questa santità ci invita, insomma, a coltivare la virtù della spiritualità e a coniugare la contemplazione e l'azione, la fede e le opere. Ad aprire l'intelligenza e il cuore alle domande sul senso della vita e sul valore della libertà. E a fare sintesi tra "i valori perenni, confermatisi tante volte nella storia, e le sfide del mondo di oggi".
(…) l'altra grande figura di donna è quella di S. Caterina da Siena, il cui ruolo negli sviluppi della storia della Chiesa e nello stesso approfondimento dottrinale del messaggio rivelato ha avuto riconoscimenti significativi, che sono giunti fino all'attribuzione del titolo di Dottore della Chiesa. Nata a Siena nel 1347, fu favorita fin dalla prima infanzia di straordinarie grazie che le permisero di compiere, sulla via spirituale tracciata da S. Domenico, un rapido cammino di perfezione tra preghiera, austerità e opere di carità. Aveva vent'anni quando Cristo le manifestò la sua predilezione attraverso il mistico simbolo dell'anello sponsale. Era il coronamento di un'intimità maturata nel nascondimento e nella contemplazione, grazie alla costanre permanenza, pur al di fuori delle mura d'un monastero, entro quella spirituale dimora ch'ella amava chiamare "cella interiore". Il silenzio di quella cella, rendendola dolcissima alle divine ispirazioni, potè coniugarsi ben presto con un'operosità apostolica che ha dello straordinario. Molti, anche chierici, si raccolsero intorno a lei come discepoli, riconoscendole il dono di una spirituale maternità. Le sue lettere si diramarono per l'Italia e per l'Europa stessa. La giovane senese entrò infatti con piglio sicuro e parole ardenti nel vivo delle problematiche ecclesiali e sociali della sua epoca. Instancabile fu l'impegno che Caterina profuse per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo. La sua opera pacificatrice raggiunse sovrani europei quali Carlo V di Francia, Carlo di Durazzo, Elisabetta d'Ungheria, Ludovico il Grande d'Ungheria e di Polonia, Giovanna di Napoli. Significativa fu la sua azione per riconciliare Firenze con il Papa. Additando "Cristo Crocifisso e Maria dolce" ai contendenti ella mostrava che, per una società ispirata ai valori cristiani, mai poteva darsi motivo di contesa tanto grave da far preferire il ricorso alla ragione delle armi piuttosto che alle armi della ragione. Caterina sapeva bene che a tale conclusione non si poteva efficacemente pervenire, se gli animi non erano stati prima plasmati dal vigore stesso del Vangelo. Da qui l'urgenza della riforma dei costumi che ella proponeva a tutti, senza eccezione. Ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse di loro "proprietà": consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi " la santa e vera giustizia", "facendosi padri dei poveri" (cfr.Lettera n.235 al Re di Francia). L'esercizio della sovranità non poteva infatti essere disgiunto da quello della carità, che è insieme anima della vita personale e della responsabilità politica (cfr. Lettera n. 357 al Re d'Ungheria). Con la stessa forza Caterina si rivolgeva agli ecclesiastici di ogni rango, per chiedere la più severa coerenza nella loro vita e nel loro ministero pastorale. Fa una certa impressione il tono libero, vigoroso, tagliente, con cui ella ammonisce preti, vescovi, cardinali. Occorreva sradicare – ella diceva – dal giardino della Chiesa le piante fradice sostituendole con "piante novelle" fresche e olezzanti. E forte della sua intimità con Cristo, la Santa senese non temeva di indicare con franchezza allo stesso Pontefice, che amava teneramente come "dolce Cristo in terra", la volontà di Dio che gfli imponeva di sciogliere le esitazioni dettate dalla prudenza terrena e dagli interessi mondani, per tornare da Avignone a Roma, presso la tomba di Pietro. Con altrettanta passione, Caterina si prodigò poi per scongiurare le divisioni che sopraggiunsero nell'elezione papale successiva alla morte di Gregorio XI: anche in quella vicenda fece ancora una volta appello con ardore appassionato alle ragioni irrinunciabili della comunione. Era quello l''ideale supremo a cui aveva ispirato tutta la sua vita, spendendosi senza riserva per la Chiesa. Sarà lei stessa a testimoniarlo ai suoi figli spirituali sul letto di morte: "Tenete per fermo, carissimi, che io ho dato la vita per la santa Chiesa" (Beato Raimondo da Capua, Vita di Santa Caterina da Siena, Lib. III e IV). (Dal "Motu proprio" di Giovanni Paolo II per la proclamazione di S. Brigida di Svezia, S. Caterina da Siena e S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) a Patrone d'Europa – Città del V., 1 Ottobre 1999 )