L'Arciconfraternita - Lo Stendardo
Lo stendardo dell'Arciconfraternita di S.Caterina da Siena in Roma
Il primo stendardo dell'Arciconfraternita di S. Caterina da Siena in Roma di cui è rimasta memoria – dopo il saccheggio, ad opera dei repubblicani francesi e di quelli romani, dell'archivio del Sodalizio il 10 agosto 1798, con la distruzione e la scomparsa di molti materiali e soprattutto di quasi tutti i documenti anteriori a quell'anno, salvo pochi sopravvissuti quasi tutti di natura contabile – è quello dipinto dal pittore senese Giovanni Sorbi. Il documento del "ristretto delle spese" sostenute, tra il 1749 e il 1750, per la realizzazione di tale stendardo – ben 307,79 scudi di cui 200 al pittore – descrive le sue dimensioni ("longo palmi 16 e largo 11: vantaggiati" ) e i materiali ( "frange di tela cremisi, oro fino, guaine ferri, legno e corde ) occorrenti per confezionarlo e renderlo " disponibile e portatile", ma non ci dice nulla sull'immagine su di esso rappresentata. Lo stesso documento fa conoscere in apertura che lo stendardo fu portato in processione per la prima volta nell'anno Santo del 1750, in Piazza San Pietro: quando il cupolone e il colonnato del Bernini furono illuminati con centinaia e centinaia di fiaccole contro vento. Poi lo stendardo era scomparso, forse proprio a seguito del predetto saccheggio o nel corso dei lavori di abbattimento della vecchia chiesa (1766- 1767 ) o di costruzione della nuova ( a partire dal 1767 ). Nei documenti appare la notizia di un nuovo stendardo nel 1814: quando un fratello di devozione, Michele Ajani, aveva rivolto al Papa Pio VII – in occasione del suo ritorno dall'esilio francese – la richiesta della donazione alla Arciconfraternita – insieme con alcune bandiere delle contrade di Siena – di uno stendardo, alla condizione che il Pontefice approvasse – come era avvenuto – tale dono. Non si ha però alcuna conferma della elargizione dello stendardo stesso , del quale comunque non si ha alcuna concreta memoria. L'attuale stendardo è la realizzazione del bozzetto – datato 1928 – dello scultore senese Arturo Viligiardi, autore peraltro del busto di S. Caterina donato dal comune di Siena a quello di Roma e collocato in quello stesso anno "fra le erme pensose degli italiani illustri e benemeriti che popolano il Pincio". Sullo stendardo - bianco nella metà superiore e nero in quella inferiore, secondo i colori della città del Palio - campeggia l'immagine di Cristo che comunica la Vergine senese ( già raffigurata nelle tela ovale di Etienne Parrocel presente nella chiesa dell'Arciconfraternita, ma che riprende anche il logo del manifesto del 1855 illustrante il Sommario delle indulgenze concesse nel tempo all'Arciconfraternita), inserita in un uguale ovale intorno al quale si sviluppa la scritta " Confrat. S. Catharinae de Senis". Alto cm.144 e largo cm 110, lo stendardo è sorretto da un'asta verticale a strisce nere e bianche, culminante con un capitello e una trabeazione su cui è fissata una lupa, il tutto dorato; e dorati sono il puntone, il cordone e la mappa.