Le Feste Cateriniane

Ogni anno, il 29 aprile – nel dies natalis della Santa – si aprono a Siena le feste nazionali in onore di S. Caterina, con la presenza dell'Arcivescovo della diocesi, delle massime autorità cittadine, delle 17 contrade della città, di varie rappresentanze. Un momento particolare delle celebrazioni riguardo l'offerta dell'olio per la lampada votiva nel Portico dei Comuni, posto presso la casa natale della Santa. Una messa solenne viene celebrata, con la partecipazione di un Cardinale inviato dal Vaticano, nella basilica di S. Domenico, ove è conservata la reliquia della "Sacra Testa" di Caterina. Nel pomeriggio, nella storica piazza del Campo, i festeggiamenti nazionali vengono conclusi – dopo il discorso del Sindaco e di un rappresentante del Governo – con la benedizione delle Forze armate, che sfilano in parata, seguite dalle 17 contrade con le variopinte bandiere e i tonanti tamburi. I festeggiamenti si spostano poi a Roma – la città che ha accompagnato la Santa verso la meta celeste e dove il suo corpo è conservato, all'altare maggiore della basilica di S. Maria sopra Minerva - ogni prima Domenica di maggio, in Via Giulia, nella chiesa dell'Arciconfraternita di S. Caterina, ornata a festa con le bandiere delle 17 contrade. La solenne celebrazione liturgica, presieduta dall'Arcivescovo di Siena, viene tradizionalmente preceduta da un qualificato"momento artistico" di ispirazione cateriniana, offerto dall'Associazione dei Senesi e Grossetani residenti in Roma. E' da ricordare, nel quadro dei festeggiamenti cateriniani, che la mattina di ogni 29 aprile, presso il bastione di Castel Sant'Angelo, si svolge, a cura del comune di Roma e con la partecipazione dell'Arciconfraternita e delle Associazioni cateriniane, la cerimonia dell'omaggio floreale al Monumento a S. Caterina. Questa bella opera di Francesco Messina ci trasmette viva l'ansia amorosa della Santa – che guarda la basilica di S. Pietro – per l'unità, la pace e la santità della Chiesa: proprio dal luogo dove il 29 aprile del 1379 fu sancita - grazie, si è certi, alle fervide preghiere di Caterina – la definitiva sconfitta dei bretoni al servizio dell'antipapa Clemente VII, scatenato contro il legittimo Pontefice Urbano VI. Infatti, i mercenari asserragliati a guardia del castello si arresero, dopo la vittoria sul loro esercito ottenuta a Marino dalla Compagnia di S. Giorgio guidata da Alberico da Barbiano.